All’Anteo una storia di leonesse che mette il buon umore
16 Settembre 2022
Scopri di piùEra il 25 agosto del 1939 quando Jacques Jaujard, allora responsabile nazionale dei Musei di Francia, decise di chiudere per tre giorni il famosissimo Museo del Louvre, ufficialmente per «lavori di manutenzione straordinaria». La Seconda Guerra Mondiale sarebbe esplosa di lì a pochi giorni e la paura che i nazisti potessero non solo invadere la Francia, ma anche raggiungere Parigi e saccheggiarla, o distruggerla con le proprie bombe, era altissimo. Chi poteva, fuggiva dalla capitale verso le campagne, ma i parigini temevano anche per la sopravvivenza dei monumenti e delle opere d’arte della metropoli.
Non a caso, Berlino aveva inviato a Parigi un funzionario, Franz Wolff-Metternich, incaricato di ispezionare le opere del Louvre e di portarne subito una parte in Germania. Tuttavia, Jaujard riuscì a salvare i tesori del museo prima del suo arrivo. Con la scusa dei lavori di manutenzione, per tre giorni lavorò senza sosta assieme a dipendenti, facchini, custodi, studenti e volontari per staccare dai muri ben 3.500 dipinti, tra cui la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, imbottire e imballare centinaia di statue, compresa la Nike di Samotracia, monili e oggetti antichi.
In totale, 1.862 casse di legno si accumularono nei magazzini del museo, pronti a partire verso i castelli della Francia, traslocando periodicamente, per tutto il conflitto bellico, fino a tornare, sani e salvi, al Louvre al termine della guerra. Al loro arrivo a Parigi, i nazisti trovarono il museo vuoto e la storia narra che Metternich ne fu quasi sollevato e perciò decise di coprire la “beffa” di Jaujard.
Ho conosciuto questa storia qualche anno fa, quando assieme a due amiche decidemmo di trascorrere l’ultimo dell’anno al cinema, guardando un docu-film che ci era stato caldamente consigliato: «Francofonia», del regista russo Aleksandr Sokurov, dedicato proprio all’avventura di Jaujard.
In tutta sincerità, non so se consigliarti di vedere quel film che io e le mie amiche abbiamo trovato insopportabilmente noioso. Però mi ha fatto scoprire una vicenda di cui nulla sapevo e che trovo bellissima. Una storia che mi è tornata in mente in questi giorni, leggendo che il Louvre ha messo online tutta la sua collezione: 482mila opere che si possono vedere gratuitamente, attraverso il nuovo sito web del museo (https://www.louvre.fr/) oppure attraverso una nuova piattaforma, dedicata a ricercatori e appassionati d’arte (https://collections.louvre.fr/en/), che comprende diversi approfondimenti, interventi di esperti e mappe interattive.
In questa operazione mi sembra di rivedere un po’ lo spirito di Jaujard: non c’è nulla come vedere le cose (e l’arte in particolare) dal vivo. Ma in questo lungo periodo di musei chiusi e viaggi limitati, aver reso disponibili online, gratuitamente e per tutti, le opere del Louvre è un po’ come averle salvate dall’oblio e dall’indifferenza.