Modena abbatte i confini tra centro e periferia

Modena abbatte i confini tra centro e periferia Modena abbatte i confini tra centro e periferia

Ho sempre pensato che quello che fa di uno spazio urbano una “periferia” non sia la sua distanza geografica dal centro, ma quella antropica, per così dire. La distanza dai suoni, dalle luci, dall’energia del cuore di una città.

A me le città piacciono quando sono piene di persone, vive, vocianti, persino caotiche. Luoghi in cui si incontrano le esistenze più diverse,

i destini si incrociano, si intrecciano relazioni, si generano scambi e si crea cultura.

E questo non deve avvenire per forza nel centro di una città. Anzi: oggi si parla tanto di riqualificazione delle periferie e di policentrismo urbano, cioè di creare all’interno di una città tanti luoghi di aggregazione, rivitalizzando i quartieri periferici. Ebbene, quale strumento più efficace dell’arte per farlo? Aprire spazi abbandonati, normalmente preclusi ai cittadini, e farne dei palcoscenici per spettacoli di teatro e danza o per concerti, vale forse più di mille progetti di sviluppo immobiliare.

È quello che fa, da 13 anni, il www.perifericofestival.it, organizzato dal Collettivo Amigdalia, che organizza un palinsesto di incontri, performance, concerti e installazioni «site-specific» in diversi punti della città, scegliendo soprattutto luoghi oggetto di profonde trasformazioni sociali e urbanistiche, illuminando spazi normalmente separati o nascosti allo sguardo quotidiano dei cittadini.

Il Festival, che si svolge nei weekend, proseguirà quest’anno fino al 28 novembre, tra workshop, laboratori artigianali e performance vere e proprie, sempre focalizzate sui temi dell’inclusione sociale e della valorizzazione degli spazi urbani. Tra le opere in programma, segnaliamo il lavoro della compagnia teatrale Archivio Zeta, che proporrà un progetto di teatro ecologico («A misura d’albero»), ovvero un’esperienza teatrale a stretto contatto con la natura. E poi un’opera dell’artista performativo canadese Darren O’Donnell, che metterà in mostra il processo di realizzazione di una performance, in una sorta di meta-teatro che vede protagonisti attori non professionisti di tutte le età. Chiude la rassegna Virgilio Sieni, che porta a Modena «Di fronte agli occhi degli altri», uno spettacolo del 2012 che vede il diretto coinvolgimento degli spettatori e che muta pelle e significato a seconda delle città che lo ospitano.

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