Gli sguardi sono corpi
26 Maggio 2022
Scopri di piùIn principio fu l’Uovo. Non un uovo qualunque, ovviamente, ma l’Uovo con la U maiuscola: l’Uovo Cosmico generato da Brahman, l’Essere Supremo da cui tutto ha origine. Dentro l’Uovo nacque Brahma, il dio della Creazione, che vi rimase all’interno per centinaia di anni, in profonda meditazione. Non aveva fretta, il nostro Brahma: si prese tutto il tempo necessario per costruire la sua immensa saggezza e cultura. A un certo punto, tuttavia, cominciò a sentirsi solo, chiuso nel suo guscio, affamato e desideroso di scoprire nuovi orizzonti e arricchire le proprie conoscenze. Fu allora che il dio dalle quattro teste decise dare inizio alla creazione del mondo.
Brahma tagliò in due l’Uovo e usò la parte superiore del guscio per creare il cielo, quella inferiore per dare vita alla Terra. In mezzo mise l’etere e con il resto dell’Uovo creò le montagne, le piante, i fiumi e le nuvole. Poi diede origine al tempo, separando il giorno dalla notte, creò il Sole, la Luna e tutti i pianeti.
Da ognuna delle sue teste il dio guardava in ogni direzione: Nord, Sud, Est e Ovest. Tutto vedeva, tutto sapeva e nulla sfuggiva al suo controllo. Beh: quasi nulla. Brahma creò infatti gli dei (Deva) e i demoni (Asura), assegnando il cielo ai primi e gli inferi ai secondi, senza rendersi conto che – così facendo – aveva posto le basi per future continue battaglie tra gli uni e gli altri, dato che il cielo era il luogo di gran lunga più ambito e gli Asura non avrebbero perso occasione per cercare di sottrarlo ai Deva.
Ma nell’impeto entusiasta della creazione, non ci badò e proseguì la sua opera. «Manca ancora qualcosa», pensò fermandosi a riflettere, dopo giorni di lavoro intenso, mentre giocherellava con le sue quattro barbe. «Ma certo: le creature terrestri che popoleranno questa Terra meravigliosa!». Brahma divise allora il suo corpo in due parti – una maschile e una femminile – che presero diverse forme e si riprodussero in tutte le specie viventi: donne e uomini, animali e insetti. Dalla sua mente nacquero i rishi (i saggi) e dalla mente dei rishi nacquero le creature mortali.
Terminato quel capolavoro, Brahma se ne andò orgoglioso e colmo di gioia per le acque dell’Oceano Cosmico, seduto sui petali del fiore di Loto. A un certo punto si imbattè in un gigante dalla pelle blu, che riposava disteso su un serpente con mille teste. «E tu chi sei? – gli chiese Brahma stupito -. Non sapevo esistessero altre creature in questo mare. Sono io che ho generato tutto quanto… tu da dove sei spuntato?». Più annoiato che irritato, il gigante sollevò un sopracciglio e gli rispose: «Ti sbagli: sono io, Vishnu, il dio della Conservazione, che ho creato e distrutto infinite volte l’Universo. Sono io che ho generato gli elementi con i quali tu hai potuto forgiare il mondo e le sue creature. Ora, se non ti dispiace, fatti da parte e lasciami passare». Brahma non poteva accettare di essere umiliato così e rivendicò i propri meriti. I due iniziarono a litigare così ferocemente che chissà come sarebbe andata a finire, se non fosse comparsa all’improvviso, davanti a loro, una enorme colonna di fuoco che sembrava non avere inizio né fine.
Vishnu e Brahma dimenticarono la loro lite e unirono invece le forze per scoprire l’origine di quella fiamma: il primo si trasformò in un cinghiale e si tuffò nel mare, il secondo in un cigno e volò verso l’alto, ma nessuno dei due trovò la fine della colonna. Vishnu ammise la sua sconfitta, Brahma finse invece di aver trovato l’inizio della colonna. Fu allora che dal fuoco comparve Shiva, il dio della Distruzione. «Sei un bugiardo, Brahma – urlò Shiva, furibondo -. Per questo ti condanno a non avere alcun tempio né culto tra gli uomini». Aveva il potere per farlo.
Non è illuminato come Vishnu e Shiva: non è superiore alle passioni e ai desideri. In questo sembra più simile alle creature terrene, sempre affamato, sempre alla ricerca di conoscenza e del senso della vita. Esattamente come uno yogi. Ed è per questo che lo Yoga dedica a Brahma moltissime posture, in particolare – e non potrebbe essere altrimenti – quelle ispirate alle figure dei saggi, suoi figli, come Marichyasana, Vasisthasana, Durvasasana, Vishvamitrasana, Galavasana o Koundinyasana.