Bakasana, mantenere il controllo anche nelle difficoltà

24 Dic 2021

Bakasana, mantenere il controllo anche nelle difficoltà Bakasana, mantenere il controllo anche nelle difficoltà

La gru è un animale che incarna l’ideale di eleganza, grazia o bellezza. Nella mitologia hindu questo uccello è inoltre associato all’idea di concentrazione e pazienza, due grandi virtù degli yogi.

È infatti un abilissimo predatore, capace di focalizzare tutta la sua attenzione (lo sguardo, il drishti) nell’attendere e catturare i pesci che nuotano ignari nell’acqua. Per questa sua dote, la gru è spesso accomunata alla dea della saggezza, Saraswati. E per questo alla gru («Baka», in sanscrito) è dedicata una postura piuttosto complessa, che richiede abilità e concentrazione, Bakasana.

Già, chi lo avrebbe mai detto: quella buffa posizione (buffa almeno per come la eseguo io, con i piedi tremolanti nell’aria, un po’ incerta sulle braccia che dovrebbero essere perfettamente tese e invece non lo sono mai) trova ispirazione in un animaletto le cui doti di arguzia e saggezza sono narrate nientemeno che nel «Mahabharata», uno dei più grandi poemi epici indiani, che racconta la rivalità di due famiglie di cugini – i Pandava e i Kaurava – in lotta tra loro per la conquista del regno lasciato in eredità dal re Pandu.

Sconfitti ai dadi dai Kaurava (o, secondo un’altra tradizione, messi in fuga da un incendio appiccato dai cugini), i fratelli Pandava vennero banditi dal regno e costretti a vagare per 12 anni nella foresta. Un giorno, assetati e stanchi, giunsero sulle rive di un lago e decisero di fermarsi per riposare e bere. Ma ogni volta che uno dei fratelli si avvicinava alla riva per prendere l’acqua, una voce squillante e imperiosa giungeva dal bosco, ordinando di fermarsi. Troppo assetati per dare retta all’ammonimento, i quattro fratelli più giovani si misero a bere e, uno alla volta, morirono. Solo il più anziano, Yudhisthira, spaventato da quanto accaduto ai fratelli, si fermò ad ascoltare quella voce.

Allora comparve dagli alberi una bellissima gru, il demone custode del lago.

«Ti darò un’opportunità – disse a Yudhisthira -. Ti farò delle domande e, se le risposte saranno di mio gradimento, non solo ti lascerò bere, ma inoltre riporterò in vita i tuoi fratelli e anche a loro concederò di abbeverarsi nelle acque del mio lago». La prima domanda fu: «Qual è la notizia più importante nel mondo?». E il giovane Pandava non rispose riportando qualche vicenda di cronaca, politica o economia, ma disse: «Tutte le creature viventi hanno dimenticato la loro interiore natura divina e si trovano in uno stato di ignoranza che causa loro grande sofferenza». Soddisfatta, la gru passò alla seconda domanda: «E qual è la più grande meraviglia?». Yudhisthira pensò per un attimo al Taj Mahal o alle piramidi egizie (ammesso che potesse averle mai viste o che esistessero già), ma poi rispose: «Sebbene ogni giorno vediamo morire gli uomini e tutti gli esseri viventi, ciascuno di noi è convinto che la morte non lo riguardi e viviamo come se fossimo immortali».

E ancora, domandò la gru, «Qual è il vero cammino?». «È quello che segue l’esempio e gli insegnamenti dei santi e degli yogi che hanno raggiunto la realizzazione di sé – rispose il ragazzo -. Il cammino del non attaccamento, della generosità, della conoscenza e della grazia».

Anche l’ultimo interrogativo («Chi è davvero felice?». «Una persona che ha realizzato il suo karma») ottenne l’approvazione della gru, che mantenne la parola data, riportando in vita i quattro fratelli Pandava e concedendo a tutti di bere e riposarsi sulle sponde del lago.

Le risposte di Yudhisthira indicano il percorso che deve seguire uno yogi e, soprattutto, dimostrano che la capacità di mantenere il controllo e la concentrazione sul proprio obiettivo, anche in una situazione difficile e dolorosa, permettono di raggiungere questo obiettivo.

Proprio come in Bakasana, una postura di equilibrio sulle braccia che compare nella seconda serie dell’Ashtanga Yoga, ma che gli studenti incontrano già nella Prima Serie, come transizione per uscire da alcune posture (come Utkatasana o Supta Kurmasana). Un asana complesso, che richiede forza sulle braccia e tenuta addominale, ma anche e forse soprattutto controllo e lucidità per mantenere l’equilibrio, senza spaventarsi, mentre il peso del corpo si sposta in avanti, dando la sgradevole sensazione di poter cadere sul tappetino da un momento all’altro. Dominare le nostre paure per superarle. Con saggezza.

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