Mayurasana: pavoneggiarsi con leggerezza — Milano Yoga Space

Mayurasana: pavoneggiarsi con leggerezza

04 Giu 2021

A nessuno piace ingoiare rospi. Accettare una situazione spiacevole e digerirla, per così dire, fino a farcela andare bene. La pratica dello yoga può aiutarci anche in questo: a trasformare la negatività in bellezza, la sofferenza in una lezione per la vita. Prendi esempio dai pavoni, simbolo per eccellenza di eleganza e coraggio. Tutti abbiamo presente la bellezza e la fierezza di questi animali, ma pochi di noi ne conoscono l’aggressività e la forza nel combattimento.

Il pavone è l’unico animale in grado di sfidare e uccidere un cobra, ingerendone il veleno senza restarne ucciso.

Trasformandolo anzi, così narra la leggenda, in grazia e bellezza. Le stesse qualità che occorrono per eseguire la postura a lui dedicata, Mayurasana.

Mani unite, a terra, e ruotate all’indietro, gomiti infilati appena sotto l’ombelico, perno del nostro corpo, che si solleva forte e compatto, in equilibrio come i due bracci di una bilancia. Capo e petto in avanti, orgogliosi e fieri, e gambe tese indietro, più o meno sollevate a seconda della scuola di pensiero. Ti sembra una postura impossibile? beh, non è semplice, hai ragione: trovare l’equilibrio in Mayurasana e mantenerlo per cinque respiri ti richiederà un po’ di tempo. Ma quando riuscirai a eseguirla, ti sorprenderai per la sensazione di leggerezza che dona questa posizione.

Una postura che richiede coraggio (non è facile starsene con il mento a pochi centimetri da terra, mentre il resto del corpo rimane sospeso sui nostri gomiti), forza ed equilibrio. In questi due articoli dello Yoga Journal, Challenge Pose: Mayurasana e 5 Steps to Mayurasana, potrai trovare qualche consiglio pratico per arrivare a eseguirla passo dopo passo.

Equilibrio, soprattutto: un termine che indica «la capacità di distribuire qualcosa in modo equanime», nello specifico il peso del nostro corpo, come scrivono Devdutt Pattanaik e Matthew Rulli nel loro libro «Asana Mythology» a proposito di Mayurasana. Questa postura rappresenta forse una delle dimostrazioni più eleganti di questo principio, con tutto il corpo sospeso sui gomiti e i polsi, leggero come una piuma e stabile come una roccia. Dietro questa apparente leggerezza c’è infatti la capacità di tenere saldo e forte il «core», spiegano i due autori, indicando con questo termine non solo la cintura addominale, ma tutte le parti del corpo che non siano braccia e gambe. Anche se, è bene precisarlo, le gambe stesse devono essere fortissime in questo asana, per potersi sollevare e controbilanciare il peso del busto e della testa. Come una bilancia, in perfetto equilibrio.

L’eleganza e la forza richieste allo yogi in questa postura sono ispirate alle qualità del pavone, l’animale che Kartikeya – il dio dalle sei teste figlio di Shiva e delle Pleiadi, vero e proprio enfant prodige della mitologia indiana – scelse come suo destriero per condurre la battaglia contro un esercito di demoni che si erano impossessati del Paradiso. La leggenda narra che all’età di appena sette mesi Kartikeya fosse abile e vigoroso come nessun altro e che per questo gli dei – spodestati dal giardino celeste –chiesero il suo aiuto. Era il solo che potesse uccidere il demone malvagio che aveva usurpato il Paradiso. Così come il pavone è il solo che possa uccidere un cobra senza morire, così Kartikeya uccise il demone crudele e sopravvisse, diventando il dio simbolo della guerra e dell’eterna giovinezza.

Capo e petto in avanti, orgogliosi e fieri, e gambe tese indietro, più o meno sollevate a seconda della scuola di pensiero, lo yogi nella posizione di Mayurasana emula il corpo e la coda di un pavone. Questa postura simboleggia l’audacia, la forza e la saggezza di Kartikeya. Ma anche la capacità di assorbire la negatività che spesso si insinua nelle nostre vite (il veleno del cobra) e trasformarla in un’arma che ci dona leggerezza e solidità.

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