
Luoghi magici
9 Aprile 2025
Scopri di piùTra le 200 posture elencate da B.K.S. Iyengar nel suo libro «Light on Yoga», 23 sono quelle che portano il nome di saggi o divinità. Alcune, portano il nome dalla divinità a cui si riferiscono, come come Hanuman (il dio Scimmia) o Skanda (il dio della guerra), altre sono invece associate alle incarnazioni del potere divino. È soprattutto la figura di Shiva a ispirare gli asana dello Yoga, come scrive l’antropologa Zo Newell nel suo libro «Downward Dogs & Warriors» (ed. Himalayan International Institute of Yoga Science and Philosophy of the Usa). Non potrebbe essere diversamente, osserva Newell, visto che secondo la tradizione fu lui stesso a creare questa disciplina, su richiesta della moglie Parvati, per aiutare gli esseri umani a liberarsi dalla sofferenza.
Tra le posture direttamente associate a Shiva, troviamo Natarajasana (la postura del re danzante), che rimanda all’immagine più creativa e gioiosa del dio, e Bhairavasana (la posizione del distruttore), che ne incarna invece il volto più feroce e vendicativo.
Virabhadrasana ad esempio (il guerriero), che ancora una volta rappresenta la forza distruttrice di Shiva; Sukhasana (la postura facile), che rimanda invece alla sua attitudine meditativa; oppure Adho Mukha e Urdhva Mukha Svanasana (il Cane a testa in giù e in su) sono la manifestazione di Shiva in veste di mendicante. Inoltre, molti asana che portano nomi di oggetti, animali o elementi naturali sono comunque legati a Shiva o alle sue rocambolesche storie: tra queste, Dhanurasana (la ruota); Gomukhasana (il volto di una mucca); Ardha Chandrasana (la mezza Luna) e Bhujangasana (il serpente).
Prova a eseguire questi asana pensando anche alle immagini, alle storie e alla mitologia che essi rappresentano, suggerisce Zo Newell: in questo modo la tua pratica yoga ti svelerà non soltanto quali muscoli o articolazioni hai bisogno di allineare, sciogliere o rinforzare, ma anche quali sono i tuoi punti di impazienza, pigrizia o persino rabbia.