Gli sguardi sono corpi
26 Maggio 2022
Scopri di piùChi pratica Ashtanga Yoga ha un’agenda molto precisa: la pratica è quotidiana e va fatta la mattina presto, prima di ogni altra cosa. Dalla domenica al giovedì si fanno le serie avanzate, il venerdì “solo” la prima serie e il sabato si riposa. In accordo con la tradizione, si riposa anche nei giorni di luna piena e luna nuova e le donne durante il periodo mestruale.
Ma perché non si deve salire sul tappetino nei “giorni di luna”?
Pattabhi Jois, padre di questa tradizione, sosteneva che il particolare allineamento che si verifica tra il sole e la luna in questi giorni determina una forte variazione del Prana, l’energia vitale, e quindi aumenta la possibilità di farsi male.
Nei giorni di luna piena (purnima) si verifica un eccesso di Prana e il picco di energia può portarci ad esagerare, a strafare. Le articolazioni, inoltre, sono particolarmente mobili e i muscoli reattivi. Nei giorni di luna nuova (amavasya) si verifica invece un calo di Prana. In questo caso, le articolazioni sono poco lubrificate, i muscoli rigidi e il corpo pesante si muove con più difficoltà.
Sempre secondo questa visione, la variazione dell’energia vitale può farci sentire particolarmente in forma o stanchi, leggeri o pesanti, affamati o nauseati, nervosi o depressi.
James Russel, insegnante di Yoga con vent’anni di esperienza, nell’articolo “Is it dangerous to practise yoga on the full moon?”, sostiene che non ci sono evidenze scientifiche che accertano un aumento o una diminuzione di fluidi nel corpo in questi giorni. Osserva inoltre che il maestro stesso di Pattabhi Jois, Krishnamacharya, insegnava tutti giorni senza fare riferimento alle diverse fasi lunari, di cui non si trova traccia nemmeno nel suo libro «Yoga Korunta».
Ma se non c’è un fondamento scientifico e nemmeno una giustificazione nel lignaggio di questa disciplina, da dove arriva secondo Russel questa usanza?
Russel cita Eddie Stern, uno dei più affezionati studenti di Guruji, secondo il quale questa usanza risale al fatto che Pattabhi Jois apparteneva alla casta dei Bramani i quali, nei giorni di luna, officiano cerimonie e rituali nei templi. Pattabhi Jois è stato prima studente e poi, dal 1937 al 1973, professore di Yoga presso il Maharaja-Pathashala di Mysore, una scuola di Bramani in cui non si insegnava i giorni di luna proprio perché i professori erano impegnati nei templi.
Quindi non ci sono tracce nella tradizione dello yoga?
Se consideriamo l’Ashtanga Yoga un’attività fisica intensa, e lo è, troviamo un riferimento chiaro all’astensione dalla pratica in uno dei testi più importanti dello Yoga: l’«Hatha Yoga Pradipika», del XV secolo. Qui leggiamo che nei giorni di luna “è opportuno evitare la compagnia di persone malvagie, il fuoco, le donne, le lunghe passeggiate, il bagno al mattino, saltare i pasti e fare attività fisica troppo intensa” (HP 1.49).
Milano Yoga Space nasce come scuola di Ashtanga ma, a differenza di altre scuole, non ha mai chiuso nei giorni di luna piena o nuova. Questo perché i nostri studenti sono per la maggior parte persone per cui lo yoga è un elemento tra tanti, seppur importante, a sostegno della loro vita. Molti praticano “solo” due o tre volte la settimana e noi di Milano Yoga Space vogliamo esserci nel giorno che ci hanno riservato all’interno della loro difficile routine.
Ma, a differenza di Russel, crediamo che la luna influenzi il nostro corpo e il nostro umore, così come il sole, il vento e le altre forze della natura, anzi, forse persino un po’ di più.
Se sono ad un ritiro yoga, magari in India, a studiare con i grandi maestri della tradizione, mi aspetto che con la luna piena mi dicano di stare a riposo e di dedicare più tempo alla meditazione. Ma se sono immerso nei ritmi della vita milanese, se non ho una pratica quotidiana, mi aspetto al contrario che i miei insegnanti mi accolgano per guidarmi in una pratica dolce, di ascolto del corpo e del mondo che mi circonda.
Il nostro consiglio, se decidi di praticare nei giorni di luna, è di farlo con particolare attenzione, seguendo qualche semplice regola: fai solo la prima serie, prova le posture una sola volta ed evita quelle che ti mettono in difficoltà. Insomma: lasciati scorrere come l’acqua!