Luoghi magici — Milano Yoga Space

Luoghi magici

09 Apr 2025

Ascolta l’articolo letto da Marianna

 

Qualche tempo fa ho visto un video che mostrava il bizzarro modo di nidificare di una coppia di bucero orientale, un uccello che di bizzarro, oltre al comportamento, ha anche il becco ed è infatti parente stretto del bucero rinoceronte, chiamato così proprio perché sul becco ha una sorta di corno. Ma ora sto divagando, torno dunque al pennuto, anzi, la pennuta protagonista di questa storia.

Per deporre le uova, la femmina di bucero, che d’ora in poi chiamerò bucerina, sceglie una cavità di un albero in cui fare il nido e, una volta entrata, la cavità viene sigillata, con un misto di materiale organico e fango, da lei e dal suo compagno. Viene lasciata solo una piccola apertura che servirà al compagno per passarle il cibo.
La femmina resta in questo nido, isolata dal mondo, protetta dai predatori, anche per tre mesi e lo lascia, sfondando lei stessa la parete costruita, solo quando i suoi piccoli hanno già messo le piume.

Devoted hornbill couple turn nest into fortress
Planet Earth III – BBC

Guarda il video

Ma perché ti racconto questa storia? Perché dalla nostra bucerina possiamo trarre grandi insegnamenti.

Per produrre, per mettere al mondo le nostre creature, per nutrire i nostri sogni e i nostri progetti, abbiamo bisogno di ritirarci, di avere un luogo protetto in cui ci sentiamo al sicuro.

Abbiamo inoltre bisogno di nutrirci, ma non di qualsiasi cosa, di un nutrimento selezionato, qualcosa che ci dia la giusta energia. E quando parlo di nutrimento non penso solo al cibo ma anche alle idee, agli stimoli, a tutti gli ingredienti che fanno lievitare i nostri sogni. Ecco, questi ingredienti devono essere scelti con cura. Dal foro nell’albero, non passa qualunque cosa, passa solo quello che lei stessa giudica utile e adeguato.

Nei momenti di progettazione e creazione, abbiamo infatti bisogno di filtrare gli stimoli che arrivano dall’esterno, tutti gli stimoli, dalle persone alle letture: dobbiamo avere il coraggio di scegliere e di lasciare fuori tutto il resto.

Questa storia, inoltre, ci insegna che abbiamo bisogno di alleati, di qualcuno che ci supporti, che sappia di cosa abbiamo bisogno, che sia lì fuori per allontanare disturbatori insistenti e che ogni tanto getti un occhio su cosa succede dentro l’albero per darci una sincera opinione.

Ultimo, ma non meno importante, la nostra saggia bucerina ci ricorda che il nostro nido va mantenuto pulito, attività che lei svolge regolarmente, perché nel nostro spazio deve stare solo ciò che serve, nulla di più.

 

Lo yoga in tutto questo?

 

Vorrei raccontarti un’altra storia, di come sono cresciuta in una casa senza chiavi alle porte, una casa comunista in cui la proprietà privata non esisteva, una casa che mi ha insegnato la condivisione e la generosità, ma dove a volte ho sentito la mancanza di una tana nascosta e privata.

Una storia, però, oggi te l’ho già raccontata e quindi vado subito al dunque: il tappetino yoga è per me quello che l’albero è per la bucerina. Un luogo in cui prendermi cura di me e dei miei sogni, un luogo con pareti magiche che solo io posso attraversare, un luogo in cui chi ci passa accanto, sa di non poter entrare e, se saggio, nemmeno prova a bussare.

Il tappetino da Yoga è il luogo in cui scegliamo di ascoltarci, accudirci e, perché no, anche osare, proprio perché lo sentiamo come uno spazio libero e al tempo stesso protetto.
Il mio tappetino, che quando stendevo nella casa comunista diventava una stanza con porta blindata, mi ha insegnato quanto uno spazio adeguato, forse più del tempo, sia fondamentale per perseguire i nostri progetti.

Spesso ci lamentiamo di non avere tempo per fare ciò che amiamo, per coltivare i nostri sogni.
E se fosse lo spazio a mancarci?

Sono un amante dei luoghi, mi innamoro degli spazi, spazi in cui riconosco una sorta di magia, spazi in cui solo chi condivide la mia destinazione può entrare: un po’ come il binario 9 ¾ di Harry Potter.

Questi luoghi sono fisici come il mio tappetino da yoga, come la panchina di legno sotto gli alberi di via Albertani e il divanetto di velluto blu nella sala De Amicis dell’Anteo. Ma i luoghi in cui mi rifugio non sono solo fisici, sono anche sensoriali, come il buio della notte, il profumo dell’erba appena tagliata e le note di The Dark Side of the Moon.

Alcuni di questi luoghi li condivido con Gio di Maggio, e la sezione della Yoga Digest dedicata ai colpi di fulmine nasce dal nostro desiderio di farli scoprire anche a te.

 

E tu? Hai mai pensato a quali sono i tuoi spazi magici?
A qual è la tua tana nell’albero e il tuo binario 9 ¾?

 

Prova a fare una lista di tutti i luoghi che ti danno ristoro, ad esempio in una giornata difficile, quelli che ti nutrono quando hai bisogno di ispirazione e quelli che ti proteggono quando ti senti vulnerabile. Conoscere i tuoi luoghi magici è come avere la mappa dei punti di sosta lungo la via Francigena. Tienili a mente e prenditene cura perché sono loro a darti le energie per raggiungere la meta.

 

Foto di Wlad e Mark Luis Benedict su Flickr

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