Un bagno di consapevolezza, in un Oceano di plastica

18 Feb 2022

Un bagno di consapevolezza, in un Oceano di plastica Un bagno di consapevolezza, in un Oceano di plastica

Pare che ogni anno finiscano negli oceani otto milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Una cifra mostruosa, che fatico anche solo ad afferrare con la mente. Sul sito di Mentelocale leggo che equivale a riversare nel mare un camion della spazzatura pieno di plastica ogni minuto e che, di questo passo, nel 2050 nei mari ci saranno più rifiuti che pesci. E a questo scempio stiamo contribuendo tutti noi, anche tu e io, senza rendercene conto.

Non è mia intenzione nutrire il tuo senso di colpa (e nemmeno il mio!), ovviamente.

Però, se è vero che un percorso yogico è un cammino di consapevolezza, credo sia importante prendere coscienza anche degli effetti che i nostri gesti quotidiani hanno sul mondo che ci circonda.

La mostra di arte immersiva allestita al Meet Digital Culture Center di Milano fino al 27 febbraio («Enter the Plastocene») ha proprio questo obiettivo. A realizzarla sono stati due giovani artisti, l’americana Tamiko Thiel e lo sviluppatore di software /p, che da anni creano opere utilizzando la realtà aumentata e virtuale o l’intelligenza artificiale.

Con questa mostra, ci fanno immergere nell’Oceano, circondati da rifiuti in plastica e da banchi di pesci che il visitatore può guidare attraverso dei tablet, diventando protagonista della performance. Ma i pesci stessi si trasformano in detriti, aumentando il livello di inquinamento del mare, in una sorta di vortice degenerativo a cui assistiamo senza poter fare nulla.

Un messaggio forte e un po’ inquietante, che però non deve demoralizzarci, ma semmai stimolarci a cambiare – per quanto possiamo – i nostri comportamenti quotidiani.

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