Come lo yoga può diventare una pratica etica e sociale.
La collaborazione con il Progetto Casina
Nel 2013 abbiamo iniziato a insegnare yoga all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale di San Vittore a Milano. È un’iniziativa di volontariato in collaborazione con il Progetto Casina, un progetto artistico autonomo che dal 1991 aiuta le ospiti del carcere a creare uno spazio fisico e mentale, libero e senza ruoli. È pensato per comunicare ed entrare in relazione con sé e con le persone che negli incontri settimanali mettono a disposizione la propria professionalità.
L’evoluzione del progetto
L’insegnamento dello yoga a San Vittore nasce e cresce con la volontà di penetrare i muri e le regole ferree del carcere, e di dare una spinta e un segnale affinché le cose cambino.
Milano Yoga Space entra in carcere una volta alla settimana con una lezione di Hatha Yoga o di Kundalini Yoga: è un lavoro che mette al centro l’equilibrio tra corpo e mente e che favorisce un profondo rilassamento con posture e tecniche di respirazione. Negli anni le lezioni in carcere hanno coinvolto anche delle allieve dei corsi e del programma Teacher Training della scuola.
Lo yoga come pratica educativa
In un luogo con poca possibilità di movimento come il carcere, la pratica dello yoga aiuta a recuperare il contatto col proprio corpo in modo empatico. Il corpo diventa un concetto chiave: un luogo dove vivere, imparare a stare e di cui prendersi cura. Le lezioni favoriscono inoltre momenti di silenzio e raccoglimento in un ambiente caotico e con poca privacy.
Comprensione, sensibilità e gestione delle emozioni: ecco come attraverso la pratica dello yoga le ospiti del carcere possono intraprendere un percorso guidato per ristabilire fiducia e consapevolezza ma anche per imparare a prendersi cura di sé e a volersi bene.