All’Anteo una storia di leonesse che mette il buon umore
16 Settembre 2022
Scopri di piùNon so se sia il caso di scomodare Thomas Mann, ma ogni estate, quando mi sento rivolgere la fatidica domanda sulle vacanze (mare o montagna?), mi viene in mente quella pagina dei «Buddenbrook» in cui Tony e Thomas, ormai anziani, si chiedono quale dei due preferiscano. Il mare, con il suo moto ininterrotto, monotono e ripetitivo, e quella linea piatta e rassicurante all’orizzonte, simbolo di semplicità e insieme malinconica rassegnazione. Oppure le montagne, con le loro linee irregolari, disturbanti, che solcano il cielo, metafora del pericolo ma anche del coraggio, dell’entusiasmo giovanile.
Ecco, lo ammetto: la penso come Thomas e sceglierei la montagna, sempre e comunque. A maggior ragione se quella montagna è vista con gli occhi di Steve McCurry e ci racconta di terre lontane come l’Afghanistan, il Tibet, la Birmania, le Filippine, il Giappone, la Mongolia, il Marocco, lo Yemen. Al palazzo delle Albere di Trento, fino al 19 settembre, c’è una mostra (organizzata da Mart e Muse) che presenta 130 fotografie dell’artista americano dedicate proprio alle terre e alle popolazioni della montagna.
Si intitola «Terre alte» e, come sempre accade con l’opera di McCurry,