All’Anteo una storia di leonesse che mette il buon umore
16 Settembre 2022
Scopri di piùAppartengo a quella generazione di bambine e bambini cresciuti guardando cartoni animati giapponesi in cui robot iper-tecnologici combattevano fino all’ultimo respiro (cibernetico) con pugni e calci rotanti, raggi laser o razzi-missile, sfidandosi per la salvezza o la distruzione della Terra se non addirittura dell’Universo.
Erano robot con un’anima e un cervello, pilotati da giovani eroi che si infilavano con le loro navicelle chi giù per le gambe e le braccia, chi su fino alla testa, chi nel petto.
Pensavo che i robot fossero un po’ come i fantasmi o le streghe: di fatto non esistevano, se non nella mia fantasia. Crescendo, tuttavia, ho scoperto che i robot esistono eccome. Non mangiano insalate di matematica e in genere non hanno sembianze umane, ma si nutrono di lubrificanti e somigliano piuttosto a bracci meccanici automatizzati, che aiutano gli operai a svolgere le mansioni più faticose o delicate nelle fabbriche, ad esempio. Oppure sono apparecchiature elettroniche che consentono alle persone con disabilità di condurre una vita il più possibile agevole. Sono piccoli elettrodomestici che fanno le pulizie in casa o preparano il pane o la pizza o qualunque altra pietanza al posto nostro.
secondo alcuni porteranno via il lavoro a tutti noi (o quasi), secondo altri viceversa ci aiuteranno nel nostro lavoro e ci permetteranno di avere più tempo libero.
Per natura sono una persona ottimista e voglio credere che sia questa seconda versione di robot quella che trionferà – a suon di pugni rotanti e raggi laser – sulla prima. E visto che si avvicina la Festa dei lavoratori, ho pensato che voglio conoscere meglio questi potenziali alleati o avversari. C’è una mostra a Milano che apre proprio il primo maggio e parla di robot. Anzi, sono i robot stessi ad accompagnarci tra le sale e spiegarci il loro contenuto. La mostra si intitola“Robot – The Human Project” ed è allestita al Mudec fino al 1° agosto.