Tre buoni motivi per fare Yoga

Tre buoni motivi per fare Yoga Tre buoni motivi per fare Yoga

Ammettiamolo: prima di iniziare a praticare, la maggior parte di chi si iscrive a un corso di yoga non sa bene che cosa sia questo yoga di cui tutti parlano. Ad attrarre i neofiti sul tappetino è spesso una ricerca di benessere fisico o psicologico a cui questa disciplina è in genere associata. Del resto, lo fa da anni la mia vicina di casa e sembra così in pace con il mondo!
Oppure ci va il nostro collega simpatico, la nostra amica del cuore. Dice che gli ha cambiato la vita. Quindi, perché non provare?

Stressati e un po’ esauriti dalla nostra routine quotidiana, ci immaginiamo di trovare nella pratica yoga un’oasi di serenità e leggerezza che ci disintossichi dal senso del dovere strisciante che la società ci impone. Un rifugio. Quel posto nel mondo che, nonostante tutti i nostri sforzi, ancora non siamo riusciti a trovare.

Lo yoga ha tre strati, diceva B.K.S. Iyengar: «uno esterno, uno interno e uno ancora più interno, e cioè uno fisico, uno mentale e uno spirituale» (da «L’albero dello yoga», Ubaldini editore). È proprio così:

si comincia spesso in cerca di un cambiamento fisico (per risolvere un dolore alla schiena o per dimagrire) e si finisce per cambiare noi stessi, come persone.

Ci sono mille motivi per cui iniziare a fare yoga – tutti validi e degni di rispetto. Noi te ne suggeriamo tre.


1. Concentrazione, ritmo e vitalità

“Attenziò/Concentraziò/Ritmo e vitalità”. In questa strofa della canzone della Bandabardò c’è la summa dei poteri dello Yoga: questa pratica, se fatta con regolarità, ci aiuta a diventare più presenti, a noi stessi e agli altri, ci da gli strumenti per imparare a concentrarci sui nostri obiettivi ma anche a rispettare i ritmi del corpo e la terra che ci accoglie. Lo yoga ci dà vita, perché migliora tutte le funzioni vitali, contrasta il processo di invecchiamento e, importantissimo, dona il buon umore. Nell’ultimo decennio si sono triplicate le ricerche scientifiche sullo Yoga e quasi tutte hanno constatato che lo Yoga ha un impatto positivo sulla salute, sia fisica che psichica. Secondo Marlynn Wei e James E. Groves, i due medici autori del bestseller La guida allo Yoga della Harvard Medical School, basterebbero 8 settimane per migliorare l’energia di corpo e mente: più flessibilità, forza ed equilibrio, un sistema immunitario rinforzato, una migliore qualità del sonno e una migliore gestione dello stress, sono solo alcuni dei benefici dello Yoga, ed è tutto confermato dalla scienza.

 

2. Guardare il mondo con occhi nuovi

Lo yoga è un percorso di ricerca, un viaggio di esplorazione dentro noi stessi, come ci ricorda Stephen Cope nel suo bellissimo libro «La saggezza dello yoga» (ed. Feltrinelli). Uno yogi è prima di tutto un ricercatore: all’inizio, forse, nemmeno lui lo sa, ma si mette sul tappetino in cerca di qualcosa. E come affermava Marcel Proust, «Il vero viaggio di esplorazione e scoperta non consiste nel cercare nuovi panorami, ma nell’avere occhi nuovi». Nella tradizione yogica, quello che conta non è l’obiettivo che si raggiunge, ma la ricerca stessa. Non la meta, ma il viaggio, perché è il viaggio che trasforma il nostro modo di guardare le cose. Lo yoga non darà risposte alle tue domande, ma ti fornirà gli strumenti per cercare in te stesso queste risposte.

 

3. Una comunità di affinità elettive
Se ogni yogi è (più o meno consapevolmente) un ricercatore, una scuola di yoga è una comunità di esploratori, in cui tutti i praticanti, per diversi che siano nella vita di ogni giorno, condividono almeno qualcosa: la ragione che li ha spinti fino a lì. Credimi, alcune tra le più belle amicizie della mia vita le ho costruite sul tappetino o con il tappetino in spalla, andando o tornando da scuola. Ogni pratica è individuale e unica, certamente, ma contribuisce anche alla creazione di una comunità e forse, come diceva Iyengar, di una società migliore. «Lo yoga è volto innanzitutto allo sviluppo dell’individuo, ma attraverso l’individuo si evolvono la società e le comunità», scriveva il maestro.

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