Tra storia e leggenda: l’antica origine del saluto al Sole

26 Nov 2021

Tra storia e leggenda: l’antica origine del saluto al Sole Tra storia e leggenda: l’antica origine del saluto al Sole

Negli ultimi articoli abbiamo parlato degli stili di Yoga più diffusi: l’Hatha, l’Ashtanga, il Vinyasa, lo Yin e infine l’Hatha Flow; di ognuno ti abbiamo raccontato l’origine, gli insegnanti di riferimento, a volte anche i gossip, e in cosa le singole pratiche si differenziano tra loro.

Oggi vogliamo portare l’accento su uno degli aspetti che li accomuna: il Saluto al Sole (Surya Namaskar) ovvero la sequenza che viene eseguita in tanti modi diversi e che, spesso e volentieri, apre la lezione di Yoga.

Se sei già un praticante di Yoga lo conosci molto bene, almeno per quanto riguarda la sua esecuzione, ma sai anche quali sono la sua origine e il suo significato?

Ce li racconta, con il passo quasi di una fiaba, la scrittrice e ricercatrice americana Zo Newell in un articolo pubblicato su Yoga International. Da un punto di vista storico, infatti, la sequenza di posture che generalmente si pratica oggi (con qualche variante a seconda degli stili di yoga) risale agli anni 20 del Novecento, quando il Raja di Aundh introdusse una serie fissa di Saluti al Sole nelle scuole del suo regno, pubblicandola anche in un libro e mettendo così nero su bianco un’antica pratica del mattino dedicata appunto a Surya, il Sole.

Ma secondo la mitologia indiana le radici del saluto al sole affondano ben più indietro nel tempo e hanno a che fare anche con il rapporto speciale che, nella tradizione vedica, legava il maestro ai suoi studenti e che è il cuore dello yoga. Un rapporto di assoluta devozione da parte dell’allievo, disposto a fare per il suo insegnante qualunque cosa gli venisse chiesta, e che alla fine prevedeva un compenso, non necessariamente in denaro.

Secondo Patanjali, il guru primordiale è Ishvara – non un individuo ma piuttosto quello stato di coscienza elevato che ci trasforma dalla nostra condizione usuale, limitata e riferita a noi stessi, a una di trascendenza senza confini. Ebbene, tra i simboli che identificano questo “maestro dei maestri”, uno dei più frequenti è proprio il Sole.

La leggenda narra che Hanuman, il dio-scimmia sin da bambino affascinato dal Sole, si rivolse proprio a lui per ricevere una educazione.

Ma il Sole rispose che era troppo impegnato, che ogni giorno doveva correre con il suo carro per tutto il mondo. «E se riuscissi a stare al tuo passo?» gli propose il giovane Hanuman. Davanti alla sua tenacia, il Sole accettò e iniziò a muoversi per il cielo rapidamente, mentre l’allievo lo accompagnava, sempre rivolto verso di lui per rispetto e quindi camminando all’indietro.
Terminato lo studio dei Veda, Hanuman chiese al suo maestro quale fosse il suo compenso, ma il Sole non volle nulla e perciò il giovane dio decise di onorare il suo maestro eseguendo ogni giorno un saluto o ringraziamento (Namaskar) al suo maestro, eseguendo dei movimenti che imitavano la sua traiettoria nel cielo.

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